La grande giornata di Eleonora Bonanni

Domenica 22 gennaio 2017, 38esima edizione della maratonina dei tre comuni con partenza da Nepi.
Un giro di VentiDuemilaQuattrocentometri attraversando tre paesi: Nepi, Civita Castellana e Castel Sant’Elia.

Chi mi conosce sa le distanze che generalmente corro e la decisione di partecipare a questa gara è nata un po’ per caso dopo che il mio allenatore (Giuliano Baccani), a seguito della proposta fattami da una terza persona, ha acconsentito partecipassi affrontandola come lungo progressivo.
Ore 6 in punto, suona la sveglia. Mi alzo subito e, dopo essermi lavata il viso, mi indirizzo in cucina per fare la mia solita colazione energetica. Nulla di diverso rispetto al solito per non rischiare che il mio organismo mi regali sorprese indesiderate. Finita la colazione mi vesto con velocità e cerco di far mente locale su ciò che di importante potrei stare a lasciare a casa: scarpe leggere, orologio, spillette da balia, fazzoletti, portafoglio e cambio ci sono... E’ stato provvidenziale preparare lo zaino la sera prima! 

Ore 7e12: Il tempo questa mattina sembra andare più veloce del solito e nonostante mi sia preparata tutto la sera prima, sono due minuti in ritardo e già mi reclamano al cellulare per sapere se sto ancora a dormire.. Mi catapulto di sotto, salgo nella macchina di colui che si è offerto di farmi da “pacer” in questa mia prima esperienza su questa nuova distanza (#SuperEmaPacer) e, insieme, raggiungiamo Angelone e Giovanni che ci aspettano al parcheggio. Due “buongiorno”, tre saluti ed ecco che siamo nella macchina diretti verso la Cassia bis.

Ore 7e30: Angelone prosegue spedito sulla Cassia rallentando solo in prossimità degli autovelox che Emanuele - esperto di quel tratto di strada - gli indica ed ecco che in 30’ scarsi siamo a Nepi nel parcheggio accanto alle mura del Forte dei Borgia. Nel frattempo, seppur non traspare, nella mia testa continuano a girare le parole del mio allenatore su come gestire la gara. Ci siamo: a macchina ferma apro lo sportello, l’aria è fredda ma il cielo terso e la minaccia di pioggia decisamente lontana. Raggiungiamo il Capitano che ci aspetta nella piazzetta superiore, recuperiamo i pettorali, il piatto, la “caciotta” compresa nel pacco gara e decidiamo all’unanimità di andare al bar: 2 caffè, 2 tè e due fette di ciambellone (lascio il dubbio su chi ha preso cosa, ahah). Il clima è totalmente sereno e le battute si sprecano ma il tempo scorre e la partenza fissata alle 9:30 si avvicina. Sono le 8:45 e forse devo iniziare a prepararmi per poi scaldarmi! 

Ore 8e55: Tornati alle macchine e vestiti degli abiti da gara io ed Emanuele iniziamo il riscaldamento decidendo di avvicinarci al rettilineo asfaltato alle spalle dell’arco della partenza dove numerose persone si preparano alla gara. In lontananza sentiamo lo speaker che annuncia che sono le 9e24 e mancano 6 minuti alla partenza. Decidiamo così di impiegarli per farci largo tra i partecipanti già in postazione e dopo aver incrociato i compagni di squadra (Francesca, Fabrizio, Michele, Davide e tutti gli altri), ci buttiamo nella mischia e con determinazione raggiungiamo la terza/quarta fila.
Guardo l’orologio: sono le 9e29; manca poco allo sparo e nella mia testa continuano a ronzare le parole del mio allenatore. A questo punto mi rendo conto di quanto la voglia di mettere in pratica i suoi consigli sia enorme...

Ore 9:30. Partiti! Siamo tanti, per un momento tiro dritta per la mia strada e perdo Emanuele ma dopo poco me lo ritrovo accanto... Si alternano curva, discesetta, altra curva, discesona, rettilineo, rampetta e continui saliscendi - alcuni più impegnativi di altri. Accanto a me ed Emanuele si forma un gruppetto di atleti di altre società tra cui anche Riccardo T. (n.dd.aa.): l’andatura più o meno è la stessa, loro di tanto in tanto chiacchierano mentre io ascolto e rimango coperta per evitare di sentire il vento che di tanto in tanto tira. Il percorso asfaltato prosegue: le gambe girano, il respiro è tranquillo e privo di affanno, i cartelli dei chilometri scorrono, arrivano i ristori prima dei quali Emanuele mi chiede sempre se voglio dell’acqua preoccupandosi poi di recuperare e passarmi la bottiglietta. Non sono abituata a tutto ciò e lascio fare a chi ha più esperienza. L’acqua è frizzante e proprio non riesco a mandarla giù; me ne servo giusto per evitare di far seccare le labbra e la gola. Nel frattempo arriva il 10°km; Emanuele mi rende partecipe del tempo: 39:11, sta andando tutto come da programma ed io ancora mi sento bene!

Passano così anche l’undicesimo ed il dodicesimo, metà gara è andata, la strada procede in discesa ma so bene che è questione di poco e mi ritroverò davanti la MilleCori, 1800m di salita al 7,5% di pendenza. Il gruppetto si è un po’ sgranato, c’è chi è andato avanti e chi è rimasto indietro ma Emanuele è sempre li, accanto a me.
Mentalmente sono pronta al peggio e mi convinco che devo sopportare e soffrire due chilometri... cosa saranno confronto all’intera distanza!? La salita è indubbiamente tosta ma gli insegnamenti del mio allenatore appresi nel corso degli anni tornano utili seppur lui non sia lì . . accorcio il passo e butto un po’ avanti il busto. Il crono registra un evidente rallentamento rispetto all’andatura precedente ma anche questo rientra nel programma e tempo che realizzo ciò, la strada spiana ed il mio sguardo torna a guardare avanti anziché per terra. Inaspettatamente la strada riprende a salire, le gambe lo risentono ma mentalmente la fatica ancora non la avverto e quindi mi convinco che il peggio sta passando tanto che poco dopo è Emanuele a darmi la certezza: “il peggio è passato”.  


(fine della salita MilleCori)
E’ in quel momento che torno ad ascoltarmi: le gambe ci sono e riprendono a girare consentendomi di tornare alle andature cronometriche precedenti; il respiro non ha risentito della salita appena passata ed è privo di affanno; Emanuele è ancora lì ed i cartelli riprendono a susseguirsi con una certa facilità: arriva quello del 17° e penso che davanti a me rimangono solo 5km, i 12 giri e mezzo di pista che nell’ultima gara di luglio son riuscita a percorrere in diciassetteminuti e poco più. E’ FATTA: decido di iniziare il mio conto alla rovescia; meno 5, meno 4, meno 3 e senza che me ne accorga arriva il 20°km! Mi sento benone e decido di continuare la progressione ripresa dopo la salita; Emanuele è poco dietro di me, sento che ha un pochino di problemi a spezzare il fiato e mi dispiace andare via quindi lo esorto a venirmi accanto ma lui mi invita a star tranquilla e ad andare e quindi prendo l’iniziativa e continuo ad aumentare andando a recuperare qualche atleta davanti a me. 


Passo il 21esimo - anche la mia prima mezza è andata – e la distanza che mi separa dall’arrivo è poco meno di quella mia tanto amata&odiata in pista: poco meno di quei 3girietrecentometri difficili da interpretare e preparare ma quelli che mi hanno regalato grandissime soddisfazioni ed emozioni! Vedo in lontananza l’arco dell’arrivo e sento il tifo, rettilineo curvetta in salita ed ultimo strappetto , le gambe iniziano ad esser stanche ma so che manca poco poco . . Vedo lo schermo che segna il tempo, lo speaker annuncia il mio arrivo, apprendo di esser la terza assoluta e mentre passo il traguardo blocco il crono e lo guardo: 1h28’31”. La felicità è talmente grande che la fatica sembra ancora non farsi sentire. Dopo il traguardo ricevo i complimenti della prima arrivata, Eleonora Bazzoni, e di altri atleti che hanno concluso la stessa distanza. Passano 60” ed ecco arrivare Emanuele, la gratitudine è tanta e quindi non mi resta che dargli un abbraccio e ringraziarlo. 

Ore 11:05. Successivamente decidiamo di andare verso la macchina per cambiarci e defaticare, riconsegniamo il chip, prendiamo il pacco ristoro e recuperiamo un bicchiere di tè bollente. Mentre ci accingiamo a tornare verso il parcheggio ci ferma Riccardo T. (lo stesso che fino al 13°km ha corso con noi) che ci invita ad andare a prendere un pezzo della strepitosa crostata fatta da Francesca Lento: marmellata e amaretti, una bontà infinita! Mi gusto il tutto e scappo a cambiarmi perché i muscoli iniziano a freddarsi ed il sudore inizia a gelarsi addosso. Mentre defatichiamo arrivano Giovanni e Angelo. Ci ritroviamo tutti alla macchina e andiamo verso la piazzetta per la premiazione. Al termine di essa rientriamo a Roma con in sottofondo la radiocronaca della partita tra Juve e Lazio. Non infierisco su come sia terminata ma che dire di questa gara e dell’intera giornata?!
...sicuramente una esperienza INDIMENTICABILE!
 


   
 S.S. Lazio Atletica Leggera

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