COCHI: “Roma impari da Torino che le strutture sportive si possono realizzare”
COCHI: “Roma impari da Torino che le strutture sportive si possono realizzare”
Mentre
nella città della Mole proprio in queste ore si sta inaugurando in
pompa magna e a suon di squilli della celebre tromba, il mitico stadio
Filadelfia, completamente ricostruito nello stesso posto di dove giocava
il vecchio Toro di capitan Valentino Mazzola e dei suoi invincibili
compagni, periti a Superga nel maggio del 1949, lo Stadio Flaminio
(dedicato per un periodo, guarda il destino, proprio al Grande Torino
dove ancora campeggia pur nella cornice di degrado, la grande targa
celebrativa fuori la tribuna d’onore tra le insegne del Coni e del
Comune, concessionaria per un lungo periodo la prima, e ancora
proprietaria dell’altrettanto storico impianto la seconda). Stesso
degrado e abbandono al Campo Testaccio dove giocò la Roma di Bernardini
ed Amadei, dal 1929 al 1940, poco prima della vittoria del suo primo
scudetto. Siamo contenti come cultori dello sport di quanto fatto da
Regione Piemonte e Comune di Torino soprattutto con le giunte
precedenti, anche con il coinvolgimento di Fondazioni (come quella
Filadelfia in sinergia con il club granata) che hanno tenuto viva in
tanti anni di tentato oblio la storia sportiva granata e di Torino in
genere. L’ex Capitale d’Italia ora ha due stadi, uno per ogni squadra
della massima serie, lo Juventus Stadium e l’Olimpico, che sostituirono
con discreta velocità il vecchio Comunale e il Delle Alpi. Non come
nella città delle Olimpiadi del lontano 1960 dove gli stadi di proprietà
tardano ad arrivare se mai vedranno luce. Calcolando che lo Juventus
Stadium ha il suo museo, come uno anche il Toro nella vicina frazione di
Grugliasco con il plesso dedicato al “Grande Torino e alla Leggenda
Granata”, autogestito da un’associazione indipendente anche dalla stessa
società di Cairo, dove mi sono volutamente recato non molto tempo fa,
essendo appassionato del tema calcio romantico e per capirne l’iter ed
il coinvolgimento, per arrivare come appunto oggi a tali opere. A Roma
oltre che nessun stadio di proprietà quindi, niente musei che
porterebbero durante tutto l’anno, lavoro, turismo oltre che una
costante risposta della passione sportiva così come in altre città
calcisticamente rilevanti dell’Europa. Due delle non certo uniche rovine
come quelle sopracitate e l’ormai vecchio anche se amato stadio
Olimpico con il complesso del Parco del Foro Italico da sempre poco
adatto per il calcio, ma che ancora sostiene pur se con grande fatica,
parte dei grandi eventi del sistema Sport della Capitale (vedi recenti
Internazionali di Tennis e finale Coppa Italia) dove lo Sport, di
vertice e di base, anche e non solo in virtù del recente no alle
Olimpiadi e Paralimpiadi per il 2024 sembra essere purtroppo in crisi.
Così come l’elenco di impianti sportivi pubblici fermi o a rischio
chiusura nei 15 municipi di Roma Capitale. La sindaca Raggi poteva in
questo caso farsi invitare dalla collega Appendino (per l’inaugurazione
del “tempio granata”), peraltro del suo stesso schieramento, quantomeno
per tentare di capire cosa voglia dire mettere in pratica cultura e
pratica sportiva, per il bene comune non solo locale, ma apprezzato in
questi casi a livello nazionale, oltre le singole appartenenze di
bandiera. Per Campo Testaccio che solo nelle ultime ore sta cessando
dopo anni di essere un Pup e Stadio Flaminio, niente bando, nessuna
manutenzione, vigilanza, e ancora pochissime idee (vago ed incerto il
progetto presentato alla Getty Foundation per esempio) per il recupero,
almeno negli ultimi quattro anni. Con la massima costruttività possibile
pur nell’ insperato spirito di unità, essenziale nella vita come
insegna spesso lo sport, si lancia l’ennesimo appello, sempre più
preoccupato e accorato: se il Po chiama, che il Tevere risponda è il
caso di dire. Troppa acqua è passata sotto i vicini ponti, di strutture
che gridano vendetta da ormai troppo tempo. Pur con le diverse
responsabilità.
Lo dichiara Alessandro Cochi già consigliere e delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale.
(Roma, 24 maggio 2017)
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