Quel bacio al cielo di Marcella Violi

Non tutte le reti sono uguali, per il gesto tecnico, per la loro importanza, per il risultato che hanno conseguito, così come non tutti i festeggiamenti sono uguali. Alcuni ti entrano nel cuore e lì rimangono per anni, anzi per sempre.

Diventano parte del tuo patrimonio affettivo di tifoso. E' difficile spiegarlo, ma sono proprio quegli istanti che quando ti trovi a ripensarci di fanno scoppiare un sorriso sul volto. All'improvviso, senza che gli altri possano capirne i motivi.

Tante le reti che abbiamo visto in anni di stadio, di curva, di tribuna e di palazzetti. Re Cecconi allo scadere al Milan, Chinaglia al Foggia, Fiorini al Vicenza, Poli nello spareggio, Gottardi nel derby, Nesta in una finale che sembrava persa, D'Amico al derby, al Catanzaro, al Varese... l'elenco sarebbe troppo lungo, Simeone in quel di Torino, Veron su punizione, Salas contro i più forti (fino a quel momento) in Europa e quella di Gimena Blanco con il suo tocco morbido che vale uno scudetto.

Poi quella rete e quel bacio al cielo di Marcella Violi, la nostra MV13, era domenica 8 giugno e la Lazio stava giocando la finale che valeva il titolo di campione d'Italia contro le forti ferelle della Ternana, con un Amparo scatenata.

Eravamo sul 3-3 le ferelle dopo aver recuperato un pareggio che aveva quasi dell'impossibile continuavano ad attaccare, poi arriva la rete di Marcella Violi, una che in difesa è una diga, non a caso indossava la maglia numero tredici, quella di Nesta ed il paragone non è davvero azzardato, ma che di reti ne aveva segnate poche... mancava meno di un minuto alla fine del primo tempo e Marcella riportava in vantaggio la Lazio.

Poi si inginocchiava a terra e mandava un bacio verso il cielo a ricordare un caro amico mancato da poco. Il tempo si è fermato, il palazzetto si è zittito, tutti eravamo con il cuore che batteva insieme a lei, sola al centro del campo.

Marcella Violi, grande difensore, grande Laziale, grande persona.

Quanto ci manchi!


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