Marcella Violi: vola un'aquila nel cielo

Non è solo il testo di un vecchio inno dedicato alla S.S. Lazio, "Vola un'aquila nel cielo" è quasi un motto per tutti coloro che i colori biancocelesti li hanno difesi ed amati con coraggio, anche quando sarebbe stato più "normale" prendere altre strade, magari dettate da convenienza ed opportunismo.

Anni settanta, la S.S. Lazio che vinceva il suo primo scudetto e due dei suoi calciatori simbolo, che decidono di lanciarsi da un aereo con il paradacute. Erano Luigi Martini terzino sinisto e Luciano Re Cecconi centrocampista.



Gigi Martini una volta raccontò come aveva convinto il suo compagno di squadra: "Mi disse: “Se lo fai te, lo faccio anch’io”. Ci siamo lanciati diverse volte insieme, sempre da aerei militari. Lenzini, invece che multarci, ci incoraggiava. Potevamo romperci una gamba, ma lui era stregato dalla follia".

Un sfida coraggiosa, folle come ha detto il numero tre biancoceleste, chissà quali pensieri prima che il paracadute finalmente si aprisse, una volta saltati da un aereo, guardando di sotto la terra lontanissima?

Coraggio e follia, volare come aquile. Ma vuoi mettere?

Qualche anno fa un'altra Laziale ha deciso di cimentarsi in questa coraggiosa e folle impresa. E' Marcella Violi, bandiera e argine della difesa biancoceleste. Anche lei sulla scia dei biancocelesti più ardimentosi. 

Biancoceleste come quei calciatori degli anni settanta, la S.S. Lazio diventata uno stile di vita e un modo di essere. Marcella Violi un'altra aquila nel cielo, costretta a volare lontano.


"Giù a precipizio, come meteorite.
Qualche secondo, ch’è un’eternità;
Son troppo preziose, queste vite,
L’Arcangelo Michele, in alto sta.
Uno strappo deciso, un gesto antico,
ed ecco aprirsi il fido bianco amico".

Cesare Simula, Il folle volo.


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