Intervista a Luciana “Lucy” La Spina sulle irregolarità nello sport

Luciana La Spina è una giovanissima atleta in forza alla S.S. Lazio Baseball 1949. L’abbiamo intervistata a margine di un convegno che abbiamo organizzato di recente in relazione al progetto sul Wistleblowing, una lodevole iniziativa internazionale alla quale in rappresentanza dell’Italia stiamo partecipando insieme ad altri quattro Paesi europei che riguarda in sintesi le irregolarità nello sport.
- Ciao Luciana, grazie per la disponibilità. Tu sei una ragazza di quattordici anni che si sacrifica tra scuola e allenamenti, quali emozioni provi di fronte al tema del doping e come ti senti di fronte alle irregolarità nello sport?
Penso che la pratica del doping ma anche l’indifferenza e il silenzio siano fortemente ingiusti per chi si allena e fatica tutti i giorni per ottenere risultati, mentre di fronte alle irregolarità mi sento offesa; vedere qualcuno che bara mi da fastidio perché penso che se sei corretto potresti avere risultati addirittura migliori usando le tue capacità potenziando sempre più sia la mente che il tuo corpo.”.
- Perché secondo te soltanto solo alcuni segnalano irregolarità e altri no? Nel calcio ad esempio il primo a denunciare certe cose fu Zdenek Zeman, un allenatore venuto dalla Repubblica Ceca.
“Forse non si segnala perché c’è chi le irregolarità non le vede oppure non pensa che siano poi così gravi. Oppure semplicemente si fa finta di niente, infatti credo che il tutto dipenda molto dalla coscienza delle singole persone che soprattutto quando si fa parte di una squadra può diventare collettiva e spesso appiattirsi magari arrivando addirittura a isolarsi. Lo spirito di squadra potrebbe senz’altro impedire la segnalazione di irregolarità, anche se negli sport individuali possono esserci altrettante difficoltà. Negli sport individuali gli atleti si rivolgono agli allenatori che poi dovrebbero verificare le segnalazioni e riportarle alla dirigenza che sarebbe obbligata ad avvisare le autorità sportive e civili. In quelli di squadra invece il meccanismo è più complicato e a volte questo circuito virtuoso si può interrompere.”.
- A tuo avviso, cosa dovrebbero fare in merito le società sportive?
“Credo che senza tempestività di intervento certe situazioni potrebbero facilmente sfuggire di mano e penso che le società dovrebbero tutelare sopra ogni cosa sia lo sport che gli atleti, come succede qui da noi alla Lazio. Sapere fin da bambino che l’uso di doping faccia male è utile agli atleti che informati possono altrettanto informare tanti altri, così come aiuta l’essere consapevoli sul percorso da fare per segnalare le irregolarità con la certezza che poi queste possano avere un seguito sia in società che tra gli organismi preposti.”.
- Cosa diresti a un giovane atleta o comunque a un giovane appassionato di sport per disincentivarlo dalla curiosità e dalla pratica del doping?
“Gli direi che il doping oltre ad essere è scorretto fa male alla salute, e poi, vuoi mettere la soddisfazione di farcela da solo con l’allenamento il sudore e la fatica?”
- Cosa diresti invece a un atleta affermato?
“Gli direi di vergognarsi e di non rifarlo più!”
Grazie Lucy, meditate gente, meditate sulla saggezza e il buon senso di chi lo sport non solo lo ama ma vieppiù, come i nostri aquilotti, lo onora pienamente.
DOPING E SCORRETTEZZE? MA ANCHE NO! 

Stefano Lesti, responsabile comunicazione S.S. LAZIO BASEBALL e SOFTBALL 1949

In foto il presidente della S.S. Lazio Generale, dott. Antonio Buccioni con la nostra Luciana La Spina




Commenti