Buon Natale

Non ce la siamo sentiti di fare i soliti auguri di Natale, allora ecco un estratto della lettera di Natale di un frate francescano, Bernardino che vive alla Romita nel centro dell'Umbria.

“Solo con me stesso, con Lui, con gli animali e con il bosco? Dopo le migliaia di persone passate nei mesi estivi, star da solo e in silenzio nei mesi invernali è un bisogno. Ritempra e prepara alla prossima primavera. La Natura stessa ci invita in autunno e in inverno a rallentare il ritmo”.
“E’ saggio ascoltare la propria anima per sapere di che ha bisogno; avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e il coraggio di fare scelte radicali. Ci fa bene volerci bene, prenderci cura di noi stessi.(“Ama il prossimo tuo come te stesso“). Star da soli e in silenzio (dando spazio alla preghiera, alla lettura, alla meditazione e alla contemplazione): un tempo per stare in intimità con se stessi e conoscersi. Per essere se stssi.
Se non sei te stesso, non sei nessuno. Nel chiasso e nella confusione rischiamo di perderci. Ciascuno di noi è unico, irripetibile e originale, ma rischiamo di diventare massa, ripetitivi e fotocopie. Stare da soli e in silenzio ci aiuta a conservare la nostra dignità, identità e forza interiore. Contro la massificazione, l’omologazione ed il pensiero unico.

Francesco di Assisi, uomo della strada e della gente, si ritirava per lunghi periodi in luoghi solitari e silenziosi: abbandonava la città, e, libero e sicuro, si rifugiava nel segreto della solitudine, per ascoltare, solo e nel silenzio.
A molti invece la solitudine e il silenzio creano disagio e sofferenza. Come un carcere dal quale evadere. Di qui la tendenza a stare continuamente connessi con Tv, smartphone, FB, Twitter. Ma chi cerca di evadere, è libero? Si può star bene senza sentirsi liberi? La forma più pesante di solitudine è quando non siamo capaci di stare da soli, di stare bene con noi stessi”.


Grazie a Gian Luca Diamanti

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